Fettuccine alla chitarra - Sapori di cose passate

Io me lo ricordo quando la domenica mattina mia madre faceva le fettuccine.
Mi alzavo dal letto e in giro per casa c'era già l'odore del ragù di carne...
quello che aveva bisogno di tempo per "farsi".
Sì... lo devi lasciare fare piano piano...
La pasta all'uovo era quasi un obbligo con quel sugo.
Fettuccine o tonnarelli?? e scattava l'attimo feroce per decidere.
Erano ancora gli anni quando il pranzo domenicale era
il momento per ritrovarsi, per stare tutti insieme.
Per un lungo periodo, avrò avuto cinque o sei anni, sono venuti a pranzo
mio zio Silvio e zia Melina....
Quand'io l'ho conosciuto o inizio a ricordarlo, era già vecchio...
Lui bello come il sole, vecchio lupo di mare...
Mio padre mi diceva che da ragazzo aveva avuto tante donne, ma proprio tante.
Zio Silvio mi metteva in piedi su una sedia, all'epoca avevamo un mangiadischi
bianco e giallo... lui metteva i 45 giri e io dovevo cantare.
Iva Zanicchi, Rita Pavone, Rosanna Fratello, Nada.... e tanti altri.
Era fissato con Gigliola Cinquetti... alle porte del sole... ai confini del mare...
quanto gli piaceva quella canzone.
Erano gli anni della spensieratezza...
40 anni fa..

La vita va avanti, i ricordi scivolano via...
i dettagli sono più difficili da mettere a fuoco.
Ho fatto io per anni la pasta all'uovo... sempre uguale.
Con amore, come mi aveva insegnato mia madre.

Poi una domenica mattina come tante, Ettore vuole fare gli spaghetti alla chitarra,
io non devo fare nulla... guardare... e scattare qualche foto.
Lui ogni tanto mi chiede consiglio, ma penso che sia un modo come un altro
per coinvolgermi... per fare le cose insieme...
Ma io lo guardo impastare... fare quel movimento con il polso...
si apre la porta della memoria...
tutto sembra andare a rallentatore...
e rivedo le immagini... risento le voci...
Niente si perde... forse soltanto quello che vogliamo lasciare andare.